lunedì 31 maggio 2010

Individuo

A proposito dell’individuo, voglio chiarire subito un pittoresco equivoco. Io non ne sono affatto un nemico, e non sogno nessun ristabilimento di sorpassati organicismi tribali. Per favore, non prendetemi per scemo. Se posso criticare il capitalismo, è appunto perché sono un individuo critico. L’individuo è pur sempre oggi l’unità minima di resistenza alla manipolazione.
Il fatto è che oggi l’individuo è una unità dialettica minima di indipendenza (spirituale) e di impotenza (sociale). Ed è infatti così che lo vuole oggi il capitalismo fondato sul lavoro precario. L’individuo sia pure indipendente come vuole, la pensi pure come vuole, purché resti politicamente e socialmente impotente. La società degli individui è paradossalmente costruita non tanto sulla fine dell’individuo critico (come ha erroneamente opinato Adorno), quanto sull’organizzazione della sua impotenza.
Per questo ci vuole una teoria politica della prassi della comunità, per ora non ancora esistente, e che non esisterà mai, finché il pensiero politico si muoverà sulle due false opposizioni Destra/Sinistra e Laici/Credenti.

Costanzo Preve, maggio 2010

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